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#NoAllaViolenzaSulleDonne - #BeTheChange ...

... E cambia il gioco!

 

Oggi mi sembra il momento giusto per condividere con voi una mia storia e ciò che ne ho tratto. 

 

#NoAllaViolenzaSulleDonne, ma più precisamente #NoAllaViolenza su chicchessia! 

 

"Durante il mio primo lungo viaggio intuitivo in solitaria in Europa, era l'estate 2014, arrivata a Parigi subii un'aggressione. Era il centenario dall'inizio della prima guerra mondiale, 14 luglio 1914, e anche l'anniversario della Festa della Federazione, seppur considerato da tutti l'anniversario della presa della Bastiglia.

Un viaggio intuitivo non è uno scherzo, mi muovevo sempre senza prenotare, seguendo un sentire interiore che mi guidava ad ogni passo senza sapere dove sarei stata di lì a poco, dove ogni persona, ogni istante, erano essenziali, importanti. Ognuno poteva avere in sé l'indizio del passo successivo. Senza girarci intorno, un viaggio spirituale che mi ha portata fortemente fuori dalle mie aree di comfort, non privo di conflitti e rifiuti di ciò che sentivo

A Parigi? Oh Nooo!

Non sarei voluta andare a Parigi, avevo sentore di avere un karma negativo con quella città. Infatti prima mi sono trovata su un treno per Milano, preso al volo dopo aver dovuto "abbandonare" la mia auto in un parcheggio di Bologna. Mi ci erano volute 3 ore e una grande arrabbiatura con chi/cosa mi stava guidando per seguire quell'indicazione. Ho fatto almeno 5 o 6 prove di spostamento, ma mi ritrovavo sempre di fronte alla stazione ferroviaria. 

 

Ero già pronta ad andare a fare un po' di shopping in centro, ma quando stavo per scendere dal treno ho sentito che non avrei dovuto fare tappa a Milano. Ero ancora sugli scalini che mi si para davanti un treno tutto metallizzato a righe orizzontali. Era lui, vediamo un po' dove porta... Lyon ... Paris. Noooooo! Non ci voglio andare a Parigi! 

 

Ma sappiamo già che ci sono andata, quindi torniamo alla storia del titolo e alla lezione che ho imparato

La Liberazione

Arrivata in un un albergo molto carino e non distante dall'Arco di Trionfo e dalla Tour Eiffel, ero comunque curiosa di vedere questa città per la prima volta. Mi preparai quindi per andare ai festeggiamenti del 14 luglio + centenario 1ma guerra mondiale, e uscii. 

Era un bel quartiere, con un viale alberato, vitale, e vero, e nonostante non capissi perché sentii che dovevo scendere nella metro quando in 20 minuti a piedi sarei arrivata alla Tour Eiffel, non mi feci troppi problemi e andai a fare il biglietto. Quando arrivò il treno feci per salire su una carrozza dove stavano salendo un gruppetto di ragazzi e ragazze, ma non so come mi trovai da sola con un ragazzo che facendo il simpatico mi si avvicinò, mi salutò, e mi dette pure due bacetti sulle guance. 

Se ci penso ora ... ero così abituata ad essere "educata" che il mio confine personale non oltrepassabile era quasi inesistente. 

 

Una volta scesi dove disse lui, mi indicò delle scale per uscire, e mentre le salivamo cominciò a sbandare e a toccare il mio corpo con il suo. A quel punto iniziai a dire "hey, non toccarmi", "don't touch me!", "don't touch me!".

 

Ancora un paio si scalini e ci trovammo fuori, in un punto molto buio, dovesi era già persa la luce delle scale, e ancora non c'era la luce della città. 

Lui cambio faccia in un attimo, smise di parlare in inglese, e con tono minaccioso agguantò la mia borsetta (rigorosamente a tracolla) e mi disse: - donne moi l'argent! - e io: -What? - ... - donne moi l'argent! - urlando, manco fossi sorda. 

 

Non ho mai studiato il francese, ma lo parlo comm'a nient' anfuss'. In ogni caso non c'era da conversare, stava solo aspettando i soldi.

 

E lì ho osservato questa me cinquantaquattrenne pensare: "uhm, beh, ho solo 50 euro, glieli potrei anche dare", e poi una voce: "Che?!..hai tutto in quella borsa!". IO: "uh, già, passaporto, chiavi dell'auto, carte di credito, patente. No, non gliela posso dare".

Intanto ci stiracchiavamo la mia borsetta, e io borbottavo con chi mi guidava in questo viaggio: "Hey, perché non mi aiutate? perché non fate qualcosa?". E la voce: "Ginocchiata nelle palle"(testuali parole)

 

Io: - Uh, ma mica mi ha fatto niente, mica mi ha colpita - 

 

E la voce: - Ginocchiata nelle palle. -  Si, lo sapevo, sapevo anche come fare, ma non ero per niente convinta, finché : - Ginocchiata nelle palle, ginocchiata nelle palle, GINOCCHIATA NELLE PALLE!" urlò, e a quel punto gli detti solo una poco convinta ginocchiata (si fa per dire) nei testicoli, grazie alla quale mi rispose con una testata in piena faccia che mi risvegliò dal torpore del non sentirmi in diritto di colpire chi mina la mia sicurezza e le mie cose. Così sentiti di non volere dargliela vinta.

 

Lui mise molta più forza e riuscì a strapparmi la borsa di dosso. Fece per scappare, ma volò letteralmente per aria, e cadde sulla schiena, perdendo la borsetta, che era a quel punto lì sola e pronta ad essere recuperata.

 

A quel punto in me era successo tutto. Feci un balzo e presi la borsetta da terra, mentre lui si stava rialzando e si guardò incredulo la camicia che si era sbottonata. 

 

Io cominciai a correre a gambe talmente levate, e con urlo tipo sirena anti-aerea, che nonsocomesichiamasse smise quasi subito di inseguirmi ...

 

Io andai ai festeggiamenti, a piedi, benedendo intanto quel passato che era tornato a trovarmi per essere guarito, e la serata finì cantando Hey Jude con qualche migliaio di francesi sotto alla Tour Eiffel.

E poi ad Atene...

Proseguendo il mio viaggio notai che ero diventata molto più "accuorta" e strategica. Ero sempre la solita "parla anche con i muri", ma si era aggiunta una modalità di supervisione generale immediata di tutti i posti dove mi trovassi, con rapido sguardo della situazione e delle persone. 

 

2 mesi dopo un altro uomo mi seguì all'uscita della metropolitana di Atene. Avevo letto la sua intenzione nello sguardo fugace che mia aveva rivolto mentre si apriva la porta del treno. Infatti voltandomi in dietro sulla prima scala mobile lo trovai proprio dietro di me, e continuò a fissarmi senza distogliere lo sguardo.

 

Dopo averlo depistato per 5 minuti sulle scale mobili della metro, e salendo l'ultima rampa convinta di averlo finalmente mandato da tutt'altra parte, arrivata in cima alla mia ultima scala mobile, il ragazzo mi stava aspettando.

 

Oh mio Dio! Come cavolo ha fatto!? L'avevo fatto salire su una scala che scendeva e all'ultimo momento mi ero buttata sulla scala opposta che saliva ... ma non c'era più tempo per darsi una risposta.

 

In quel momento mi sono detta: - OK. Questa volta, vada come vada, mi difenderò! -

 

E in un attimo è successo l'impensabile. Ho sentito tutto il mio corpo diventare come una potente, compatta, molla pronta a scattare.

 

No paura, no rabbia, no aggressività. Ero perfettamente presente in ogni cellula di questa super-molla!

 

Pronta a combattere, l'ho guardato e ... Cosa!?...

 

... Mi ha guardata, si è messo un dito in bocca, ha reclinato la testa, girato i tacchi, e si è allontanato ... "

 

Non credevo ai miei occhi. ..."

 

-Angie Claire

La Storia Continua...

... e il viaggio pure, anche se per ora il racconto finisce qui.

La vittima in me, grazie al risveglio della precedente aggressione, era stata superata dalla forza di volontà e dall'avere preso coscienza che era mio DOVERE e DIRITTO DIFENDERMI.

 

Fermare la violenza significa PRIMA di tutto, e subito, sviluppare il Potere interiore ed esteriore, insieme con l'Amore, e la Luce, o intelligenza creativa.

 

Soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo, se oltre a integrare il buon esempio e nuovi modelli educativi, ci prendiamo la responsabilità e il diritto di farci rispettare, otterremo risultati più rapidi e funzionali.

 

Quando non ti fai vittimizzare fai un favore a te e a chi stava per aggredirti verbalmente, fisicamente, psicologicamente, o emotivamente.

 

Anche per questo lavoro aiutando altri a superare momenti difficili, e a coglierne l'opportunità di crescita, anziché rimanerne vittime. 

 

A presto,

 

Angie

 

 

P.S.

 

Guarda cosa faccio ora perché nessuno debba essere più vittima, né carnefice. 

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Angie Claire
Angie Claire

Angie Claire.

Life Expert e Spiritual Mentor,  Business Executive Coach WILGA, esperta internazionale nel superamento di situazioni difficili, sviluppo di forza di volontà e resilienza. Bio

 

 

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